Le guerre inutili

"Se avessi solamente un'ora per salvare il mondo, passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 a trovare la soluzione" - Albert Einstein.
Lo spunto del progetto di marcatura delle bici a San Donato (MI), attivo da qualche giorno, ci permette di fare alcune considerazioni sugli errori che derivano dalla sempre più frequente insufficiente analisi dei problemi per trovare la soluzione più idonea.

mitragliatrice o spada

Sempre più spesso, notiamo che nella conduzione dei progetti, l'obiettivo primario è individuare il nemico per poi dargli addosso con tutte le nostre forze.
Ma abbiamo capito bene il problema? Abbiamo attinto alle fonti giuste e a chi ne sa più di noi e magari ha già fatto errori che potremmo evitarci?
In teoria crediamo di sì, ma nella realtà, complice anche la parte più inconscia e istintiva della nostra mente, non facciamo quasi mai nulla di tutto quello che sarebbe richiesto per risolvere realmente uno specifico problema. L'importante è avere un nemico contro cui combattere. Non ci dilunghiamo su questo tema perché ci potrebbe portare, forse, ad ipotizzare forme di DNA socio-politico più predisposte di altre alla tentazione del nemico unico.
Ma questo, francamente, non ci interessa, perché, come sempre, siamo più interessati alla colpa che non al colpevole.

Abbiamo colto lo spunto dell'annuncio della nuova iniziativa di marcatura della bici tramite micro-punzonatura a San Donato Milanese, riportata da un articolo del Il Giorno del 09/08/2020, per fare qualche considerazione in proposito.

L'INIZIATIVA
Promossa, da alcuni anni, da un gruppo di associazioni ambientaliste del milanese, ha finalmente vinto la terza edizione del lodevole bilancio partecipativo di San Donato, ottenendo circa 34.000 Euro a fondo perduto di finanziamenti.

IL MERITO DELLA SOLUZIONE ADOTTATA
La micro-punzonatura, da noi analizzata già nel lontano 2014 ("Tutta la verità sulla micro-punzonatura"), in sé, come sistema di marchiatura è sicuramente valido. Molto meno valida l'adozione del codice fiscale come codice identificativo perché viola in qualche misura le norme sulla Privacy.

mitragliatrice o spada
Infatti, basta inserire il codice fiscale, marcato sulla bici, in una ricerca web di codice fiscale inverso (qui solo un esempio), per conoscere i dati del proprietario e quindi per sapere che una certa persona frequenta, per esempio, un certo luogo. Va detto, ad onor del vero, che le ricerche pubbliche del codice fiscale inverso, mascherano il nome e cognome che invece risultano in chiaro se la ricerca vien fatta da un dipendente pubblico. Cosa poi antipatica e poco galante, le signore andranno in giro con la data di nascita stampigliata sulla bici. C'è poi il fatto che la marchiatura con micro-punzonatura non è affatto indelebile in quanto basta qualche goccia di acido nitrico diluito al 60%, quello usato per le acqueforti, acquistabile al supermercato, per ossidare e cancellare alcuni o tutti i caratteri punzonati rendendo impossibile l'identificazione. Ma stiamo parlando comunque di dettagli, importanti, ma dettagli.
Quindi a nostro avviso, l'iniziativa, anche se eccessivamente costosa per i contribuenti, è comunque valida, quantomeno per sensibilizzare i cittadini e le amministrazioni comunali ad affrontare seriamente il problema dei furti delle bici.

LA CONCORRENZA
Citiamo qui, solo per dovere di cronaca, la pesante "querelle" di fine giugno 2020 dei sostenitori del sistema BikeBee che ha gettato discredito in tutti i modi sul sistema di micro-punzonatura adottato, insistendo sul sistema di identificazione della bici e pertanto dimostrando di non avere la più pallida idea di cosa sia il problema dei furti di bici e quali siano gli strumenti veri per contrastarlo. Visto anche che propongono una soluzione, BikeBee appunto, che è semplicemente la brutta copia di alcuni dei più diffusi sistemi di marcatura che il Registro Italiano Bici utilizza dal 2006.

IL PUNTO
Solo chi ha dedicato 5 minuti ad analizzare il problema e 55 a trovare la soluzione, pensa che la marcatura della bici, qualunque essa sia, possa risolvere il problema dei furti.
Chi lavora da quasi vent'anni su questo tema, come il Registro Italiano Bici, che ha sostituito micro-punzonatrici vecchie e nuove e altre iniziative super tecnologiche ma fallimentari (micro-chip, GPS, chip Uhf, NFC, ecc. - Vedi anche la disastrosa iniziativa della Provincia di Milano di qualche anno fa), è in grado di dimostrare sul campo, con dati e fatti alla mano, che il problema dei furti di bici va ben oltre la marcatura e l'identificazione della bici. Servono decine e decine di servizi a supporto.

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Si va dalla formazione del cittadino, al coinvolgimento delle Forze di Polizia, alla lotta all'acquisto dell'usato nei mercatini. E oggi, fenomeno emergente un'altra grande minaccia arriva dall'acquisto dell'usato sui siti specializzati di commercio elettronico, che offrono al ladro un mercato potenziale enorme. Non parliamo poi della necessità assoluta di poter contare su operatori umani, contattabili 24 x 7, a supporto delle Forze di Polizia, in particolare delle Forze dell'Ordine, che non hanno accesso, per normativa, né a siti web, né a App per smartphone né a chiamate telefoniche a pagamento, ma solo a numero verde attivo 24 x 7, che solo il Registro Italiano Bici è in grado di fornire.

LA CONSIDERAZIONE PIÙ ECLATANTE
Chiedete a chi punzona o chi usa altri sistemi più o meno sperimentali se vi sa dire, dati e cifre incontestabili alla mano , quante bici hanno risparmiato dal furto e quante bici rubate hanno potuto recuperare. Nessuno vi risponderà, se non in termini generici, tipo: aiuta a contrastare il furto, abbiamo marchiato 1.000 bici in un anno, in due anni, ecc. . Qualcuno poi sarà sempre pronto a tirar fuori l'affermazione: la marcatura può solo aiutare a recuperare la bici (come se il problema fosse recuperare le bici rubate e non quello di non farsele rubare...), e poi è gratis per il cittadino. Ma cosa significa Gratis? Pagato dalla comunità a favore di pochi? Pagato da pochi a favore della comunità? Pagato da nessuno (???). Come dice un vecchio detto: non esistono pasti gratis.

CONCLUSIONE
L'iniziativa di San Donato è comunque un fatto positivo, sicuramente troppo costoso per insufficiente analisi del problema e delle alternative, ma pur sempre positivo. L'augurio è che chi gestirà il tutto non si illuda che comprata la marcatrice il problema sia risolto.
Ha comprato la canna da pesca ma per riempire il cestino di pesce servono ancora tante, ma tante altre cose. E tra queste, la prima è l'esperienza che di certo non è quella di chi, di mestiere, punzona le lamiere industriali.
Se il suddetto gestore riterrà di chiederci un aiuto, gratuito e disinteressato, noi siamo qui.
In caso contrario, gli facciamo tantissimi auguri.

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