Facebook - 20 Aprile
Comuni NON Ciclabili: perché nonostante l'impegno delle associazioni ciclistiche e di alcune amministrazioni comunali, la mobilità ciclabile non cresce?.
Se ti sprono ad andare in bici dicendoti che è salutare, che è bello, che fai esperienze nuove, che apprezzi meglio la natura, ... (tutte cose vere!), ma non mi domando perché fino ad ora non l'hai fatto,
significa che non sto analizzando correttamente il problema.
È chiaro che per sviluppare la ciclabilità devo convincere chi NON va in bici (e non chi va già in bici) ad usare la bici nei percorsi urbani. E perché chi non usa la bici non la usa, pur avendo in casa più di una bici?
Per due PAURE FONDAMENTALI:
- Sicurezza/incolumità fisica
- Furto della bici
Tutto il resto è accessorio, utile ma non necessario, allo sviluppo della mobilità ciclabile.
Continua
SICUREZZA.
Sicurezza non significa semplicemente aumentare le piste ciclabili, magari tracciandole con linee colorate sull'asfalto. Significa risolvere un problema culturale. Chi si muove con un mezzo motorizzato è stato abituato a
sentirsi il padrone della strada. Tutti gli altri che si muovono con altri mezzi rappresentano degli inciampi.
Occorre cambiare questo senso di onnipotenza.
Come?
Introducendo delle restrizioni sicuramente (ridurre la velocità, restringere le strade, inserendo piste ciclabili separate a favore degli utenti deboli della strada, e altro ancora), ma occorre analizzare a fondo perché
per fare 2-3 chilometri uno deve prendere l'automobile. Capite le vere motivazioni dell'automobilista, si dovrà cercare di rimuovere il blocco che lo tiene ancorato all'uso dell'auto per i percorsi brevi.
Quindi l'automobilista deve diventare ciclista. E non è un caso se l'automobilista più attento ai ciclisti e ai pedoni è colui che va in bici e anche a piedi con una certa frequenza.
FURTO DELLA BICI
Anche se il problema della sicurezza viene in parte risolto, nostri recenti studi e numerose ricerche internazionali mostrano che IL CICLISTA CHE NON TEME IL FURTO PERCORRE IN MEDIA IL DOPPIO DEI CHILOMETRI.
Il binomio "più uso la bici e più me la rubano" non può certo aiutare a far crescere la mobilità ciclistica.
Quindi occorre combattere con decisione il furto delle bici, sia da parte dei ciclisti che da parte delle amministrazioni comunali.
Pensare che sviluppare l'uso della bici con il solo bike sharing sia sufficiente a rimuovere la paura del furto è un grave errore. Se ci sono tanti furti, rubano anche tante bici del bike sharing (ampiamente dimostrato, ndr).
Quindi la società che lo gestisce, che non è un ente di beneficenza, aumenterà il costo del noleggio, se va bene. Oppure se ne uscirà dal mercato (cosa che sta succedendo sempre più spesso). Nella migliore delle ipotesi, il bike sharing
renderà comunque più costoso spostarsi in bici rispetto allo spostarsi con il proprio mezzo.
Serve anche il bike sharing, ma sempre e comunque bisogna risolvere il problema dei furti.
A queste considerazioni e conclusioni siamo giunti noi perché lavoriamo sul problema dello sviluppo della mobilità ciclistica da circa vent'anni con mentalità analitica.
Ora, considerato che i furti, in particolare per certi tipi di bici (ebike, ndr), subiscono aumenti annui medi di oltre il 50% (Italia, Inghilterra, Germania, Francia, Olanda, ..., USA e Canada, con l'Italia che avanza su tutti, ndr)
da ormai alcuni anni, significa, secondo voi, che stiamo risolvendo il problema dello sviluppo della mobilità ciclabile nel modo corretto?
E un "warning" particolare va indirizzato alle amministrazioni comunali, comprese quelle che sventolano sulla stampa tante bandiere della ciclabilità.
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