Recupero di una bici rubata da parte di Forze di Polizia che non dispongono dei codici di accesso al Registro Italiano Bici (RIB)

01 aprile 2017
Un ulteriore esempio di come si possano recuperare bici rubate, se iscritte al Registro Italiano Bici e marchiate, quando a ritrovarle siano Forze di Polizia sprovviste dei codici di accesso al RIB stesso. L'organizzazione del Registro Italiano Bici, l'unica certificata ed approvata dalle Forze di Polizia, a garanzia della massima sicurezza ed affidabilità delle informazioni gestite e a tutela dei dati personali degli iscritti.

La bella bici recuperata grazie al Registro Italiano Bici

Pesaro, 31/03/2017.
Al sig. B. F., abitante a Pesaro, la mattina del 16 marzo 2017, era stata rubata la sua bella bici Tecnobike. Effettuata subito al segnalazione al Registro Italiano Bici ed inoltrata la denuncia alle Forze di Polizia, come richiede la procedura del RIB, il nostro B. F. ha così sperato in un possibile rapido recupero.
Ci preme qui ricordare che la segnalazione al RIB e la denuncia alle Forze di Polizia vanno fatte con celerità, non appena subito il furto della bici. Più si ritarda e più la bici, soprattutto se di un certo valore, "prende il largo" ovvero prende strade che portano lontano, anche fuori dai confini nazionali, rendendo il suo recupero molto più difficile.
Ma come spesso avviene, la fortuna aiuta chi fa prevenzione e si sa tutelare contro il furto con gli strumenti giusti. ed é stato proprio così che la mattina del 31 marzo u.s., e cioè dopo circa 15 giorni dal furto, una pattuglia della Questura di Pesaro ha eseguito il fermo di un ciclista che guidava una bici targata PU**** (gli asterischi sono per tutelare la riservatezza) di cui non era in grado di dimostrane la proprietà.
Poiché la centrale operativa della Questura non disponeva dei codici di accesso al RIB, notando il numero verde ed il sito web del RIB a cui fare le segnalazioni, provvedeva ad inoltrare la richiesta dei dati anagrafici del legittimo proprietario.
In questi casi, la procedura del RIB, ampiamente consolidata, é quella illustrata nelle immagini seguenti:

1. Richiesta di dati anagrafici inviata dalla Questura al Registro Italiano Bici

2. Richiesta al legittimo proprietario di autorizzazione a segnalare i suoi dati, come richiesto dalla legge sulla Privacy

3. Segnalazione alla Questura dei dati del legittimo proprietario

4. Segnalazione al legittimo proprietario di tutte le indicazioni per il recupero della sua bici

Facciamo notare che tale procedura tutela la privacy del legittimo proprietario e garantisce alla Forze di Polizia di poter accedere alle anagrafiche dei proprietari iscritti in maniera semplice e legalmente normata.
Ecco perché quando diciamo che, al fine di proteggere la bici dal furto o per ritrovarla se rubata, inserire i propri dati personali e della propria bici nel primo sito web che trovate online non solo non è una buona idea ma rischia di essere addirittura controproducente.
Facciamo un esempio (ma sembra sia successo veramente...).
Una banda di ladri di bici pubblica un bel sito web, totalmente gratuito, dove inserire i propri dati e quelli della bici. Molti si iscrivono senza badare agli aspetti di sicurezza e di privacy del sito stesso e senza indagare a fondo chi sta dietro al sito stesso. In tal modo, la banda di ladri ha a disposizione una serie di informazioni utilissime per compiere furti su commissione, sapendo con esattezza dove trovare un certo modello di bici da rubare.
Ecco perché dovete fidarvi solo del primo ed unico registro delle bici consultato ed approvato dalle Forze di Polizia fin dal 2006 ovvero del Registro Italiano Bici.

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