L'evoluzione delle specie applicata ai registri di biciclette

Perché i registri bici, che in Italia nascono con una frequenza così elevata da non avere uguali in Europa, presentano una mortalità così elevata? (23/11/2019)

Sommario (Abstract)

È noto che le proposte semplici e immediatamente risolutive fanno molta presa sul potenziale acquirente.
Basta spendere qualche soldo, magari in un nuovo gadget tecnologico, per togliersi il pensiero definitivamente. Lo sforzo è solo economico.
Purtroppo, però, si tratta spesso di una formula commerciale basata su comportamenti psicologici che le Neuroscienze hanno messo ormai bene in evidenza.
Il furto delle biciclette è un fenomeno complesso e per riuscire a contrastarlo con successo serve molto più di un gadget tecnologico o di un social network.
Questa è la realtà. Mentre i tanti registri bici nati in Italia negli ultimi anni e poi scomparsi, stanno a dimostrare che questa realtà non è stata ancora ben compresa. Non solo, ma hanno scoperto a loro spese che non si tratta di una nuova corsa all'oro ma di un mercato a bassa redditività, dove solo chi raggiunge l'adeguata scala dimensionale può sopravvivere.
Pena l'inevitabile estinzione.

IN ITALIA, DAL 2006 AD OGGI, ABBIAMO CONTATO LA NASCITA DI OLTRE 60 REGISTRI DI BICICLETTE, DI CUI 52 GIÀ ESTINTI.

Stiamo parlando di un tasso di mortalità che si avvicina al 90%.
Approfondendo meglio i dati, si scopre che 9 registri su 10 non superano i due anni di vita.

Abbiamo cercato di capire le cause di una tale mortalità così elevata dei registri bici in Italia giungendo ad un risultato che, francamente, non sorprenderà chi si interessa di furti di bici da anni, quali le Forze di Polizia e le associazioni di ciclisti.
Charles Darwin, famoso per la sua teoria sull'evoluzione delle specie, usava affermare che "l'ignoranza genera più fiducia della conoscenza".
Parafrasando Darwin, che invita a stare in guardia dalle lusinghe delle sirene che propagandano il "tutto semplice e tutto facile", possiamo affermare che la principale causa di tale mortalità risiede proprio nella mancanza di conoscenza del fenomeno dei furti di bici sia da parte di chi vuole fare business che di chi crede nelle offerte mirabolanti, candidandosi a inevitabili delusioni.

Sembrerebbe che sia sufficiente improvvisare un sito web dal costo di qualche centinaio di Euro, attivare un App (che pochi utilizzeranno), comprare qualche prodottino sul mercato per marchiare e/o localizzare la bici, per creare un registro delle bici. L'investimento si ripagherebbe rapidamente catturando un minimo di "prede" attratte da roboanti promozioni fatte a buon mercato sui media e sui social digitali.
Per giungere a scoprire, ben presto, che il grande business che si era immaginato è rimasto intrappolato tra le tante difficoltà, altro che semplicità!, che il fenomeno dei furti di bici impone di affrontare per arrivare a dei risultati significativi.

Il fenomeno del furto di bici è un qualcosa di complesso, che richiede un approccio multidisciplinare con un campo d'azione che coinvolge molti attori e diverse componenti tecniche ed organizzative.
Quando si tratta di valutare se marchiare la propria bici e iscriverla in un registro con lo scopo di ridurne il rischio di furto, ci si pone normalmente domande quali:

  • Ma serve a qualcosa marchiare e registrare la bici in un registro?
  • Qual è il registro che dovrei scegliere?
  • Dovrebbe esistere un registro governativo?
  • Che caratteristiche dovrebbe avere?
  • Mi posso fidare delle promesse pubblicitarie?
  • Sono proprio così efficaci le novità tecnologiche proposte?
  • Posso avere delle garanzie di efficacia?
  • Quali risultati sono stati conseguiti finora?
  • E se il registro tra un anno non ci sarà più, cosa mi rimane?
  • I miei dati personali sono al sicuro?
  • Chi mi garantisce che i miei dati non saranno utilizzati per altri scopi?
  • Mi posso fidare a condividere i miei dati in un social network?
  • E se qualche malintenzionato "social", sapendo dove abito e che possiedo una bella bici, venisse a prendersela di notte dal mio garage?(è già successo, ndr)
Sono solo alcune delle domande che potrebbero sorgerti e magari convincerti a lasciar perdere o, peggio ancora, a cavalcare l'utlima onda tecnologica.

Cavalcare l'onda...

Eppure vi sono evidenze incontestabili dell'efficacia nel contrasto del furto se il registro è in grado di operare a 360 gradi, attivando tutte le azioni necessarie e coinvolgendo tutti gli attori.

Il Registro Italiano Bici è l'unico in Italia ad aver sempre mantenuto, fin dalla sua nascita nel 2006, un approccio di tipo globale e completamente trasparente, anche a costo di penalizzare l'attrattività commerciale delle soluzioni proposte. Infatti affermare che la registrazione e la marchiatura da sole non bastano non cattura facilmente l'interesse del cliente (Darwin insegna), più istintivamente portato a preferire il gadget che da solo risolve il problema del furto.
Ma poiché la serietà, la competenza e la trasparenza sembra che alla fine paghino, il Registro Italiano Bici è l'unico dopo circa 14 anni ad essere ancora vivo e in costante crescita.

Un registro bici che non metta bene in evidenza all'utente tutte le problematiche da affrontare per ottenere dei buoni risultati nel contrasto del furto della bici, si riduce ad un mero esperimento di business!. E così, l'anno successivo, si dovrà fare il funerale ad un nuovo registro.
Contrastare il furto della bici è possibile, partendo anche da interventi semplici. Ma i risultati saranno tanto più significativi quanto più tutti i componenti dell'orchestra saranno sintonizzati.

Per finalità conoscitive e didattiche assieme, riassumiamo di seguito le principali problematiche che un registro "serio" deve quanto meno dire e dimostrare di affrontare:

  • favorire la registrazione e la marchiatura della bici
  • Insistere sull'utilizzo di un buon antifurto
  • convincere sulla necessità di parcheggiare la bici ancorandola al telaio
  • attivare l'impegno dell'amministrazione pubblica e della polizia locale (parcheggi protetti, rastrelliere sicure, controlli su strada, ecc.)
  • coinvolgere, con gli strumenti giusti e adeguatamente, le forze dell'ordine (che non possono accedere per legge né ad App né a siti che non siano governativi!)
  • coinvolgere le associazioni che promuovono la bici per fare cultura e formazione
  • convincere i cittadini a non acquistare bici di dubbia provenienza
  • richiedere la collaborazione dei negozianti di bici in modo che possano fornire al cliente le giuste indicazioni per contrastare il furto
  • conoscere e avere sempre presente la legislazione vigente sui reati di furto per non creare false aspettative (vedi il problema dei localizzatori, trattato in un nostro precedente post)
  • favorire la partecipazione dei cittadini in termini di vigilanza (comunità, Bikewatchers, ecc.)
  • monitorare l'offerta di bici usate sui siti online , dove approdano molte delle bici rubate
  • attivare canali di comunicazione ben rodati con le Forze di Polizia, per far avere al proprietario la sua bici con rapidità quando viene recuperata (vedi formalità burocratiche, procedimenti penali, processi, confisca e sequestro della bici, pronunciamenti del magistrato, richiesta di intervento, denuncia di furto, ecc.)
  • mettere a disposizione di tutti un canale di contatto telefonico umano, sempre disponibile 24 ore su 24, assolutamente gratuito su linea verde, per aiutare, informare e attivare tutto l'insieme dei numerosi processi necessari a proteggere la bici dal furto e a recuperarla in caso di furto.
  • essere in grado di gestire un sistema complesso che funziona tanto meglio quanto più tutte le sue componenti sono attive, funzionati e facilitate a collaborare.
  • poter mostrare dei risultati in termini di efficacia
  • poter contare su una crescita costante, consuntivando numeri elevati (chi consulterebbe un registro che contiene 20, 100 o anche 1.000 biciclette avendo una probabilità di trovarla una volta ogni 6-7 milioni di interrogazioni?)
  • mettere in gioco un'organizzazione seria e professionale che possa assumersi reali responsabilità davanti alla legge nei confronti degli utenti (ciò che non può fare un semplice social network fatto da privati o un sito web di qualche volenteroso studente o un gruppo di tecnocrati)
  • poter fornire alla pubblica amministrazione garanzie di continuità e perennità dei servizi attivati.


Limitarsi a considerare solo una o poche delle voci suddette non basta a garantire la sopravvivenza di un registro delle bici.
Se desideri conoscere se il registro nel quale intendi registrare la tua bici sopravvivrà anche l'anno prossimo, ti basta solo verificare come affronta nella sua comunicazione commerciale le problematiche suddette.
Se non ne trovi traccia...
Ti sei già dato la risposta da solo:
trattasi di specie in via di estinzione.

 

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